Intervista a Emanuela Panatta

Emanuela PanattaIntervista rilasciata nel 2005.

Allora Emanuela, domanda d’obbligo: sono passati 10 anni, che cosa è successo nella tua vita in questo lungo periodo? Senza elencarmi tutto il curriculum, giusto le tappe che ritieni più importanti.
Fortunatamente sono quasi subito approdata nel mondo della conduzione: per 2 anni ho presentato “Cartoon network”, un programma per bambini su Telemontecarlo. Poi mi sono fermata per studiare un po’, per cui ho preso il diploma al liceo linguistico e mi sono iscritta all’università per studiare storia dell’arte. Ho frequentato per un po’ ma poi mi sono resa conto che non riuscivo a studiare e insegnare danza, preparare gli esami, scrivere e fare tutte le cose che amo fare per esprimere la mia creatività a 360 gradi. Quindi ho abbandonato, seppur a malincuore, l’università e ho iniziato a frequentare una scuola di teatro con Beatrice Bracco per 3 anni. Dopo questa scuola ho deciso di dedicarmi al bellissimo mondo del teatro e ho fatto qualche spettacolo importante. Ho partecipato a “Mai dire mouse” con Enrico Brignano, e ad alcuni eventi sociali sovvenzionati dal Ministero della Giustizia. Ho fatto “Shooting Romeo e Giulietta”, un progetto molto importante, in cui i detenuti erano parte attiva dello spettacolo e ballavano con noi. Io ero una delle 3 prime ballerine ed in più c’era un’altra ballerina fantastica di Madrid che si esibiva col flamenco. Questa è stata un’esperienza fantastica! Ci abbiamo lavorato 8 mesi, 8 mesi in cui eravamo tutti i giorni, per 6 ore al giorno, a contatto con i detenuti. Contestualmente mi sono cimentata in alcune fiction come attrice/ballerina: “Tutti i sogni del mondo” con la regia di Paolo Poeti in cui avevo un ruolo molto piccolo, una sorta di cammeo, ma ero comunque presente in tutte e 4 le puntate. Poi ci sono stati “Turbo”, “Carabinieri 2” in cui facevo la cantante, “Farfalle” con Marzia Aquilani. Poi ho fatto parte del corpo di ballo di alcuni programmi televisivi ma quello prima di fare “Cartoon network”. Poi ho fatto un programma per Stream, “Bakuba chiama terra” in cui ero l’inviata dallo spazio ed ero Luna, perché ognuno di noi aveva il nome di un corpo celeste. Ed è un’esperienza che ricordo con molto piacere perché registrai circa 90 puntate e mi divertii parecchio. Alla fine mi ritrovo a 27 anni ad aver fatto un po’ di tutto: sono passata dalla conduttrice alla ballerina, poi attrice, ultimamente scrivo anche per un giornale ed è una cosa che mi gratifica molto. Sono contenta di essere andata avanti, di essermi perfezionata e di aver continuato a studiare perché alla fine questo è l’importante. Ora insegno anche danza ed è una cosa che mi fa molto piacere anche se insegnando la sera, dalle 21:30 alle 23, sono costretta ogni tanto a mollare il mio corso di danza per lavorare in teatro. Però quando lavoro di giorno insegno con piacere. Quando giro o quando seguo il doppiaggio soprattutto in lingua…

Doppiaggio? Questa non la sapevamo…
Sì infatti non l’avevo mai detto! Già da un po’ seguo il doppiaggio in francese o in spagnolo, per imparare nuove lingue e mi piace molto!



C’è stato però anche un disco…
Il disco? Ma parliamo del 1800! Appena finita “Non è la Rai” ho avuto un contratto in opzione con la BMG Ariola per 6 mesi e loro avevano intenzione di farmi fare un disco. Io però non sono una cantante! Mentre cercavamo di registrare i pezzi in studio, feci il provino per “Cartoon network” e fui presa. Per me la conduzione aveva la priorità e poi quello con la BMG era un progetto sperimentale, nel senso che prima mi avevano dato i pezzi di una cantante inglese da ricantare, poi in quei sei mesi sono successe tante cose quindi magari ogni tanto venivano autori giovani che ci presentavano dei pezzi però magari questi pezzi non erano adatti… poi non era proprio la mia dimensione…

E tu cantavi soltanto o ti sei cimentata anche nella scrittura di qualche pezzo?
No, io cantavo soltanto e già era tanto riuscire a farmi cantare! Perché fra le mille cose che faccio comunque il canto è sempre stata quella che mi è piaciuta meno. Per esempio dai 9 ai 14 anni ho frequentato una scuola di formazione al musical dove dalle 14 alle 20 si studiavano tutte le discipline… facevamo danza, mimo, acrobatica, tip tap… e per me l’ora di canto era peggio dell’ora di matematica a scuola! Avevamo anche le pagelle e il mio giudizio in canto era sempre lo stesso: “potrebbe fare di più ma si accontenta”.

Quindi del disco non se ne fece più nulla…
No, ce l’ho solo io e voi non lo avrete mai. Ride.

Emanuela PanattaCi parli del tuo provino?
Io non feci un provino. Nel senso che studiavo danza nella mia scuola e non sapevo dell’esistenza di “Non è la Rai”, non l’avevo mai visto nella mia vita. Vennero a cercare delle ragazze per partecipare ad un nuovo programma estivo, “Bulli e pupe”. Mi videro e fui presa insieme ad altre 5 ragazze. La cosa buffa è che quando vennero, io stavo facendo una lezione di danza classica, per cui nella mia testa feci 2+2 e realizzai che nel programma avremmo dovuto fare qualcosa di attinente… magari non proprio di classico, ma di ballettistico, qualcosa di coreografato. Poi al Palatino, all’audizione con Gianni e la Ghergo, ci venne detto che avrebbero messo una musica da discoteca e avremmo dovuto ballare. Figurati, io in discoteca non ci ero neanche mai stata! E poi mi vergognavo tantissimo di ballare con questo costume da bagno orrendo! Però vabbè, alla fine avevo le amiche e la spensieratezza di sapere che in fin dei conti mi importava davvero poco di essere presa, anche perché all’epoca la mia aspirazione era quella di diventare una ballerina classica, magari entrare al teatro dell’opera e così via. E insomma dopo aver ballato mi ricordo che fui presa per cantare! Pensai “Ma come per cantare, scusate!” e mi ricordo che piansi, piansi tantissimo. Allora andammo in un’altra sala a fare una prova di canto… ma in playback, per cui avrei dovuto solo far finta di cantare… ero sempre più sconcertata, non capivo! Allo stesso tempo la mia amica che era lì con me non era stata presa per cui mi sentivo ancora più smarrita. Nel frattempo continuavano a farmi provare pezzi su pezzi ma nessuno andava bene! Ricordo che provai “Ti pretendo” e anche “Ancora ancora ancora” che poi cantò la Giagheddu ma non c’era proprio nulla da fare, anche perché nella mia mente perversa pensavo che facendo finta di non saper fare il playback mi avrebbero fatta ballare… E così fu! Dopo 2 giorni infatti, gettarono la spugna e mi presero per la gara di ballo anche perché nel frattempo molte ragazze prese per ballare erano state scartate. Io fui molto felice di questa cosa e iniziammo a fare delle prove su coreografie studiate da Marina Cinti. Salvo poi arrivare Gianni pochissimi giorni prima del debutto del programma e cambiare tutte le carte in tavola: avremmo dovuto fare balli da discoteca! Lì fu il delirio perché io non ero andata là per fare quello.

Poi però andò piuttosto bene, no?
Beh sì, arrivai seconda, chi lo avrebbe mai detto? Poi da lì mi fu chiesto se volevo continuare a fare “Non è la Rai” e mi ricordo che nell’ingenuità di una quattordicenne risposi: “Sì, tanto a scuola ci posso andare, vero?”. Ovviamente certo che ci potevo andare e andavo anche molto bene a scuola perché, fra l’altro, i miei genitori me lo imposero come condizione per partecipare al programma. E mi ricordo che la mia giornata era davvero terribile perché uscivo da scuola alle 13 e, correndo come una pazza furiosa, prendevo il mio fantastico motorino per andare al Palatino. Lì facevo in tempo solo a vestirmi al volo… Non mi truccavo, non mi pettinavo e infatti secondo me lì dentro la peggiore: mai una volta che fossi “aggiustata”, mai una volta che fossi carina…

Ma non è vero dai! Senti, allacciasti rapporti di amicizia a Non è la Rai?
Sì, quelli che ben conoscete tutti. Quindi con Pamela in primis, ma anche con Eleonora, Angela, Ilaria, Ambra… Anche con altre ovviamente ma quelle “strette strette” erano solo queste.

E dopo Non è la Rai con chi sei rimasta in contatto?
In realtà non con tantissime. Sento ogni tanto Pamela ma per esempio è da tantissimo che non ci vediamo. Poi Sofia Sed, che si è occupata dell’ufficio stampa per uno spettacolo che ho fatto. Ogni tanto sento anche Marzia e vedo spessissimo Tala De Maria che studia danza con me allo Ials. Lei è una ballerina davvero in gamba che fra l’altro ha fatto un sacco di cose in televisione.

C’era a Non è la Rai qualcuna a cui invidiavi qualcosa?
Ma ti pare che una come me possa avere qualcosa da invidiare a qualcun’altra? Ride di gusto! No, scherzo! Ma dai, ero una ragazzina, non ci pensavo neanche a certe cose! Poi parlare delle altre non mi piace molto, io parlo solo di me stessa…

Emanuela PanattaEmanuela perché andasti via da Non è la Rai?
In realtà quella di andare via non fu proprio una mia scelta. Fosse per me sarei rimasta! Però negli ultimi periodi a scuola i miei voti non erano più quelli brillanti di un tempo. Quindi mio padre, un po’ preoccupato da questa cosa, non voleva firmare il contratto. All’epoca ero minorenne ed era quindi necessaria la firma di entrambi i genitori. I miei sono separati da quando avevo 4 anni e mia madre era d’accordo ma mio padre invece no. Alla fine arrivammo ad un compromesso: non avrei partecipato a Non è la Rai l’anno dopo ma quell’estate andai a studiare un mese in America.

Com’è camminare per strada ed essere riconosciuta a 15 anni? Come si relaziona una ragazzina con la grande popolarità?
Guarda, devo premettere che quando ogni tanto penso a questa cosa mi sembra di parlare di un’altra vita! E’ passato talmente tanto tempo! Mi riconoscono ancora per strada ma ovviamente non è più come 10 anni fa. Prima era anche un po’ rischioso: trovarti a 15 anni dieci motorini che ti inseguono o magari nelle serate gente che ti scoccia… Era poco carino anche il giudizio delle persone che non ti conoscono e ti giudicano dalle apparenze… Diciamo che non era facile avere una vita “normale” come un’adolescente “normale”, ma non perché eri tu ad essere diversa, semplicemente perché tutto quello che avevi intorno si rapportava con te in maniera differente.

A Non è la Rai molte di voi venivano doppiate però ad alcune fu data almeno una volta la possibilità di cantare con la propria voce… pensa a Ilaria, ad Eleonora, ad Angela… come mai a te no? Non te l’hanno mai proposto o tu per prima non l’hai mai chiesto?
Sinceramente a me non interessava proprio, la cosa importante per me era ballare e me lo facevano fare! Poi non ho mai pensato di avere queste grandi doti canore da esibire…

Guadagnavano bene le ragazze di Non è la Rai?
Sì, guadagnavamo molto bene… poi io facevo tante serate per cui non mi posso proprio lamentare…

Emanuela Panatta (dedica)Progetti per l’immediato futuro?
Sto per fare uno spettacolo in teatro, “Coppia aperta, quasi spalancata” un testo di Dario Fo e Franca Rame nel carcere di Rebibbia. Debutterò lì il 20 dicembre e lo spettacolo sarà riservato ai detenuti. Ma faremo anche qualche data per gli esterni e probabilmente una piccola tournée.

In bocca al lupo allora!
Crepi il lupo e grazie mille di essere ancora qui dopo tutto questo tempo!