Intervista a Romina Citarella

Romina CitarellaIntervista rilasciata nel 2005.

Incontriamo Romina per un caffè a Roma. Gli occhioni e il sorriso sono sempre gli stessi, ma un nuovo taglio e un nuovo colore di capelli la rendono molto diversa dalla ragazza che abbiamo lasciato 10 anni fa a Non è la Rai.

Allora Romina, sono passati 10 anni dalla fine di Non è la Rai. Domanda di rito: che cosa è successo in questo lungo periodo?
Guarda, finita Non è la Rai sono stata circa un paio d’anni ferma. Sinceramente io e Roberta Modigliani eravamo le uniche che non piangevano alla fine della trasmissione perché non avevamo completamente realizzato che stesse finendo… pensavamo che quella non fosse la fine, che sarebbe continuato, magari in una forma diversa. Quindi non piangevo ma pensavo invece a godermi le mie belle vacanze. Fu quando tornai a settembre e mi ritrovai senza un lavoro, senza quel tipo di lavoro che ti porta al centro di mille riflettori, che accusai il colpo. Ma in realtà non ne feci una tragedia perché caratterialmente sono una persona che vive le cose per quello che sono e quando le perdo non mi rendo conto di quanto potrei rimpiangerle. Avevo lo stesso atteggiamento nei confronti della trasmissione: quando facevo Non è la Rai avevo i miei problemini all’interno e fuori dal Centro Palatino, non pensavo al fatto di essere celebre, di essere famosa, la vivevo con la massima spontaneità. Adesso quando la gente mi ferma per strada e, a distanza di dieci anni, ancora mi riconosce me ne rendo conto del boom assurdo che fu quella trasmissione. Poi io in quel periodo ho sofferto anche di altre cose, cose mie, e l’essere inserita in quel contesto in cui c’era un po’ di ansia per tutte non è stato d’aiuto… Mi sono trovata in una situazione un po’ stressante. E a volte pensavo: “No, magari oggi non vado, mi sento stanca!” e i miei genitori mi dicevano: “Ma tu non ti rendi conto della fortuna che hai!” e io rispondevo: “Ma perché, che sarà mai? Oggi non mi va”. A ripensarci oggi, all’età di 30 anni, avrei sfruttato molto meglio la situazione. Però quello è il mio carattere, perché poi ho fatto anche altri lavori in cui avrei potuto sfruttare diversamente le situazioni e non l’ho fatto. Dopo i due anni ferma feci “Macao”. Al secondo anno ci sarebbe dovuto essere un corpo di ballo, infatti al provino eravamo qualcosa come 80 ballerini. Alla fine non andò mai in onda nulla perché poco dopo fu interrotta la trasmissione, ma mi ricordo delle prove massacranti con Marina Cinti che poi ritrovai l’anno dopo a Sarabanda.

Facesti il provino per “Macao” o ti chiamarono loro?
No no, io ho sempre fatto i provini, non mi ha mai chiamato nessuno! Mi presentai lì e ovviamente Gianni si ricordava di me, ma ho comunque dovuto fare il provino. Anche per “Sarabanda” lo feci e inizialmente mi presero come figurante, successivamente entrai nel corpo di ballo. A “Sarabanda” mi sono fermata due anni poi andai via o, meglio, mi mandarono via e feci il Bagaglino. Ho fatto teatro e televisione al Salone Margherita per due anni. Nella pausa estiva fra questi due anni feci “Convenscion a colori” a Napoli su Raidue. Da tre anni, invece, lavoro al Teatro Centrale di Roma sempre come ballerina mettendo in scena prima un varietà dal titolo “I desideri presi per la coda” e poi “Persi nel musical” che è un viaggio all’interno dei vari musical appunto. Quest’anno inoltre mi sono cimentata anche come coreografa: faccio delle commedie musicali al Teatro San Raffaele di Roma in uno spettacolo che si chiama “Sempre meglio che lavorare” che è un opera di Gianluca Ramazzotti, comico del Bagaglino.

Quindi tu prima di Non è la Rai hai avuto una formazione da ballerina e dopo hai lavorato sempre con la danza… come mai in quella trasmissione non ti permisero di dimostrare questo tuo talento? Ti diedero tutte canzoni lente, raramente ti abbiamo vista ballare…
Guarda questa è una cosa per la quale ho sofferto molto. Marina Cinti è una coreografa molto particolare, io ho avuto modo di lavorarci spesso e lei ha una concezione tutta sua delle ballerine. Evidentemente lei avrà pensato che in quel contesto io non potessi andare bene e quindi mi fece fare poco e niente… solo qualche telepromozione. Per quanto riguarda le canzoni, ci restai malissimo quando me le diedero. O meglio, ero felicissima che Gianni mi avesse dato la possibilità di esibirmi ma ci rimasi male perché erano canzoni lente. Ovviamente non mi permisi di dire nulla o di protestare ma poi venni a sapere che a lui piaceva tantissimo il mio viso, diceva che avevo delle lineamenti particolari e che gli ricordavo un’attrice famosa e quindi voleva farmi dei lunghissimi e strettissimi primi piani… ecco il perché delle canzoni lente. Tant’è che un paio di volte venni anche rimproverata da Marina perché durante le canzoni magari spostavo la testa o cercavo in qualche modo di interpretare la canzone anche con la gestualità del corpo… e invece loro volevano che stessi completamente ferma guardando in camera. A Gianni non interessava che sapessi ballare, non mi vedeva come la scatenata della situazione, c’erano altre che avevano quel ruolo, da me voleva altro.

Ti ricordi quali canzoni cantavi
Certo che me lo ricordo! “Hurt”, la versione inglese di “A chi”, e “Io ti amo”.

E ti ricordi anche chi ti doppiava?
No, questo no. Noi si può dire non avessimo nessun tipo di rapporto con le coriste. L’unica con cui ebbi modo di avere un rapporto fu Loredana Maiuri ma il tutto avvenne molto dopo a “Sarabanda”, lì a Non è la Rai non ci frequentavamo proprio.

Chiedesti mai di cantare con la tua voce?
No, perché io non so cantare, non ho mai preso lezioni. Non credo di essere stonatissima, se mi aiutano posso anche cantare, ma di mio non credo di poterlo fare.

Romina CitarellaCi racconti del tuo provino?
Allora, il provino lo feci a Cinecittà. Fu estenuante perché durò ben 10 ore, dalle 10 alle 8 di sera. Lì vidi veramente di tutto: mamme che accompagnavano bambine di 10 anni truccatissime e con minigonne cortissime. In quel periodo stavo facendo gli esami di maturità e ci andai perché guardavo sempre Non è la Rai e pensavo “ma perché quelle stanno là e io non ci posso andare?”. Mio padre che si era scocciato di sentirmi ripetere questa frase, chiamò la produzione e gli fissarono un’appuntamento. Ci andai e dopo la prima selezione Gianni mi guardò e mi chiese prima di accennare un balletto e poi di cantargli qualcosa. Io gli canticchiai “Il cielo in una stanza”… non so perché, in quel periodo cantavo sempre quella canzone. Poi man mano che le selezioni andavano avanti il mio nome continuava a figurare fra quelle prese fino a quando ci fecero delle foto e ci dissero: “Domani siete su Tv Sorrisi e Canzoni, voi siete le nuove ragazze di Non è la Rai!”. Io un po’ incredula ci misi del tempo a realizzare come la mia vita sarebbe cambiata da lì a breve.

Perfetto. Ascolta, al quarto anno il cast della trasmissione fu quasi interamente composto da ragazzine molto piccole e ci fu una scrematura fra quelle che erano le “vecchie” ragazze. Non venne rinnovato il contratto a molte di loro, anche ad alcune molto amate. Ti sei mai chiesta come mai a te sì, dal momento che al terzo anno non eri stata molto in luce?
Non me lo sono mai chiesto, ma sinceramente non ricordo proprio questo passaggio. Non mi ricordo neanche se sapevo già alla fine del terzo anno che ero stata riconfermata o se me lo comunicarono dopo… non mi ricordo proprio.

Avevi stretto rapporti di amicizia a Non è la Rai?
All’inizio no. Sono una persona molto diffidente e se non conosco le persone è difficile che mi lasci andare. Il primo anno mi legai un po’ a Giorgia Ghezzi perché eravamo molto simili… cioè, eravamo molto diverse, lei era una pariolina mentre io vengo dalla borgata ma avevamo lo stesso atteggiamento, avevamo entrambe preso la trasmissione come un lavoro all’interno del quale c’erano delle colleghe con cui avere dei pacifici rapporti di convivenza. E lei era molto mite, molto tranquilla e rispettosa. Mi faceva piacere scambiare due chiacchiere ma il tutto finiva lì. Successivamente ci fu il passaggio con Roberta Modigliani, con la quale ero molto legata anche fuori dagli studi: andavo a dormire a casa sua, molto spesso veniva lei a dormire a casa mia e cose del genere. Poi c’è stata una cosina che ha fatto (che quasi sicuramente neanche ricorderà) per la quale ci sono rimasta un po’ male e ci siamo gradualmente allontanate. Poi col tempo abbiamo perso i contatti.

E attualmente sei in contatto con qualcuna delle tue ex colleghe?
Attualmente no, però a “Sarabanda” legai moltissimo con Angela e con Chiara Caputo… Lì si creò una situazione bellissima fra noi ballerine, eravamo molto unite. Chiara ancora la sento ogni tanto. E poi… ehm… vediamo un po’… sai qual è il problema? Tante volte mi succede di incontrare delle ragazze e ci diciamo: “Ah, ma tu stavi a Non è la Rai con me?” e scoppiamo a ridere perché a volte non ci ricordiamo. Ah, poi una con cui sono in contatto e che è proprio una mia amica amica amica è Loredana Albanese, ma non so se ve la ricordate… lei fece solo l’ultimo anno ma non le fecero fare molte cose.



Se ti chiedo la ragazza più brava di Non è la Rai?
Io ho rivalutato moltissimo Ambra negli ultimi tempi. All’inizio lì dentro, un po’ perché ero piccola, un po’ per tutte le chiacchiere che si facevano e che non mi facevano guardare le cose con lucidità, la vedevo come una persona molto particolare, molto sulle sue, un po’ altezzosa. Ma il mio era un modo molto infantile di vedere le cose e probabilmente il suo un modo molto infantile di reagire. Adesso l’ho rivalutata tantissimo nel sentirla parlare e penso che se la incontrassi potrei davvero stringerci un rapporto d’amicizia. Ritengo abbia una bella testa, credo abbia sofferto molto perché quando parla si vede che parla di cose che ha vissuto in prima persona. Parla così solo chi ha avuto un disagio personale e lei credo l’abbia avuto perché si è trovata in una situazione più grande di lei. Una volta arrivati molto in alto è difficile restare su quei livelli ed è invece fisiologico scendere… E questo continuo passare dal grande successo a momenti di quasi anonimato credo le abbia permesso di riflettere molto, di maturare e di diventare la splendida donna che è diventata.

E se ti chiedo la più bella?
Per me era meravigliosa Miriana. E’ l’unica che, per la mia concezione di bellezza, quando la vedo in televisione illumina lo schermo. Tempo fa all’Ikea ho incontrato Mary Patty. Era lì con quello che penso sia il suo compagno e sua madre… ci siamo guardate come due persone che sanno di conoscersi ma non si ricordano la circostanza in cui si sono conosciute fino a quando entrambe non abbiamo detto: “Non è la Rai!”. E’ diventata anche lei una splendida donna, forse stenteresti a riconoscerla, è molto cambiata.

E se invece ti chiedo quella che ha avuto uno spazio forse non troppo meritato?
Mah guarda, per me Pamela. Anche la Merz in realtà, però lei almeno è una bella ragazza! Pamela invece fisicamente non mi piaceva… ballettisticamente parlando aveva molta energia, quello sì, ma io che questo lavoro lo faccio ancora ti posso dire che non basta la sola energia per definirsi una brava ballerina. Quando ha fatto la coreografa io c’ero e devo dire che lasciava molto a desiderare. Da Marina Cinti io ho imparato molto, Pamela cosa poteva mai avere da insegnarmi? E anche se avesse avuto qualcosa da insegnarmi non credo che l’avrei accettato… era anche più piccola di me.

Quindi a Non è la Rai non eravate tutte amiche? Non era l’isola felice che cercavate di farci vedere?
Guarda, a proposito di isola felice io fui duramente ripresa una volta. Era un periodo che avevo un mio disagio personale e non avendo ancora pienamente capito quali erano le dinamiche della televisione dissi durante un talk show che chi guarda la tv da casa pensa che le ragazze siano sempre felicissime ma in realtà queste stesse ragazze hanno i loro problemi anche fisici tipo l’anoressia o la bulimia. Non l’avessi mai fatto! Mi chiamò immediatamente Gianni e mi rimproverò dicendomi: “Ma sei matta? Questo è uno specchio che noi dobbiamo mostrare a casa, chi accende la tv deve vedere la felicità non te che hai i tuoi problemi psicologici!”. Io allora non lo capii ma adesso mi sento un po’ stupida ad aver detto quella cosa. Per quanto riguarda i rapporti fra noi ragazze credo sia normale qualche antipatia, no? Ma ovunque, anche nelle altre trasmissioni magari le ballerine non si possono vedere. Figurati noi che eravamo tutte piccole, tutte inserite in quel contesto, tutte che pensavamo di arrivare chissà dove. Io devo ammettere che grazie al mio carattere ero rimasta abbastanza fuori da certe cose, dalla competizione esasperata, dalle amicizie di convenienza…

Quanto guadagnava una ragazza di Non è la Rai?
Il primo anno non avevamo partita IVA per cui avevamo una retribuzione diversa e guadagnavamo 80.000 lire al giorno. Poi ci hanno fatto aprire la partita IVA e ne guadagnavamo 100.000.

E dal merchandising cosa ricavavate?
Io credo di essere stata solo nelle figurine e nei dischi. Nei dischi davano un milione a canzone… Si guadagnava molto bene.. peccato che sono stata solo gli ultimi due anni. Ride.

Romina CitarellaFra quelle che continuano a fare spettacolo c’è qualcuna, a parte Ambra, che ti piace e che segui?
Romina Mondello e Nicole mi piacciono moltissimo… dal punto di vista della recitazione le trovo davvero molto preparate… In tv ogni tanto vedo Alessia Mancini. Di lei mi ricordo che arrivò un anno dopo di me e io guardandola restavo sconvolta da quanto fosse bella e non riuscivo a capacitarmi del fatto che Gianni non se la filasse neanche un po’. Lei era molto timida e stava sempre dietro di me. Io le dicevo in continuazione di farsi vedere perché sicuramente se Gianni l’avesse vista le avrebbe fatto fare qualcosa. Ma a lei sembrava stesse bene restare in ombra, fino a quando si è fatta vedere e non l’ha fermata più nessuno. Ha fatto la velina e tante altre cose.

A proposito di veline, tu anche hai partecipato al concorso…
Scoppia a ridere. Oh Dio, ho preferito rimuoverlo! In quel periodo stavo facendo “Convenscion a colori” e ci chiamò Gianna Tani che è la responsabile casting di Mediaset e ci invitò a Napoli all’audizione per “Veline”. Io e Cristina, un’altra ragazza che lavorava con me, eravamo scettiche se andarci o meno perché comunque in quell’ambiente non c’erano (e non erano richieste) delle ballerine professioniste come invece eravamo noi. Poi decidemmo di andarci così, solo per divertirci senza pensare che poi saremmo state prese. Per me fu una tragedia! A Sinigallia dove registrammo la puntata, gli autori ci chiesero di giocare molto sull’allegria e di fare qualcosa di simpatico… io sapevo solo ballare, non mi piaceva l’idea di fare qualcos’altro perché sapevo che sarei stata ridicola. Ci sono ragazze più brillanti, più sfrontate se vuoi, che anche se fanno delle figuracce poi si divertono. Io invece no, non sono così. Però loro cercavano per forza qualcosa di divertente e a me venne in mente che da piccola facevo la paperina con la bocca… lo dissi così, giusto per far capire loro che da me non avrebbero avuto più di quello e loro invece felicissimi all’idea di una che faceva la paperella con la bocca! Ride. Poi ci fu una mezza discussione con la produzione perché io pretesi che non si facesse riferimento al fatto che fossi una ballerina professionista. Non volevo che Teo mi prendesse in giro o facesse battute su questa cosa perché era il mio lavoro e dovevo continuare a farlo. Minacciai di andarmene e lasciarli con la puntata interrotta se avesse accennato a questa cosa. Chiaramente fu tutto riferito a Teo che quando venne da me era inviperito, mi odiava proprio. Infatti alcune battute fra noi due furono tagliate e non messe in onda perché c’era un’evidente ostilità fra noi due. Per esempio quando lui mi chiese che film avrei voluto dirigere io gli risposi “Il pianeta delle scimmie” e che lui sarebbe stato il protagonista perfetto… ecco, questa scena fu tagliata. Io in realtà non vedevo l’ora di ballare (ballai su “Dimmi come” di Alexia) e di andar via anche perché sapevo che non avrei vinto.

Nei vari curriculum che hai presentato nella tua carriera, hai mai inserito Non è la Rai fra le esperienze?
Non è la Rai è un marchio che a volte ti favorisce e a volte ti danneggia. Per chi dopo ha fatto la ballerina non è un “titolo” da sfoggiare. Io non l’ho mai inserito perché innanzitutto non viene preso in considerazione dal momento che il ballo non era una componente essenziale della trasmissione. E poi perché a volte c’è un po’ di pregiudizio verso le ragazze di Non è la Rai viste come quelle che pensano di saper far tutto ma che in realtà non sanno fare niente. Io non mi vergogno di averlo fatto, però ogni tanto mi da fastidio che le persone si ricordino di me solo per Non è la Rai nonostante in tv abbia fatto molte altre cose. Però mi rendo anche conto che Boncompagni è un genio e quella trasmissione è stato un evento senza precedenti e probabilmente senza successori.

Quindi ti riconoscono ancora per strada?
Sì sì spesso, probabilmente perché non sono cambiata poi così tanto…

Beh i capelli forse un pochino…
Sì, quelli sì… Ce li avevo a fungo all’epoca”. Ride.

Però bisogna dire che in fatto di immagine avete dettato moda! Pettinature, scarpe, vestiti… e a proposito di vestiti ti volevo chiedere una cosa: spesso voi indossavate abitini molto succinti, eravate molto nude… come mai non risultavate volgari come magari alcune ragazze che vediamo in tv in questi anni?
E’ presto detto: tutto dipendeva da Gianni! Se lui avesse preso ragazze che già volevano fare televisione e le avesse messe di fronte alle telecamere, come si sarebbero comportate? Avrebbero fatto sguardi ammiccanti, mossettine… andando invece a prendere delle ragazzine che la mattina andavano scuola e conducevano una vita normale, hanno portato questa normalità e questa naturalezza anche in tv. Una sorta di reality primordiale… Grandi fratelli e isole varie non si sono inventati niente di nuovo, sono tutti figli legittimi e illegittimi di Non è la Rai. Il fatto di vedere la ragazza della porta accanto sotto l’occhio delle telecamere è stato Gianni a inventarlo.

Romina Citarella (dedica)E sempre con i vostri vestitini corti corti, eravate coscienti del fatto che a guardarvi potevano non essere solo i ragazzini?
Sì, ma all’inizio non me n’ero resa conto. Adesso non voglio fare assolutamente la santarellina della situazione, ma all’inizio non mi passava proprio per la mente. Poi sai, venendo dalla danza, ero abituata ad essere sempre un pochino scoperta, avevo un buon rapporto col mio corpo. Per cui quando a Non è la Rai mi davano quei vestitini pensavo solo se mi stavano bene o male ma non a quello che potevo suscitare in chi mi guardava. L’ho cominciato a capire quando mi arrivavano le lettere dei detenuti, che erano sempre lettere molto carine però nella mia testa a quel punto iniziò a frullarmi l’idea che alcune persone su di me potessero fare dei pensieri diversi da quelli che potevo immaginare. Poi le lettere erano una cosa bellissima che ti riempivano di gioia. Arrivavano tutte alla produzione ma ognuna di noi aveva una propria casella in cui le produzione smistava le lettere. Io ne ho ricevute tante… ovviamente paragonate a quelle che riceveva Ambra le mie erano pochissime però per me erano tante. In particolare mi ricordo di una ragazza siciliana che, stando a quello che mi scriveva, aveva molti problemi di varia natura. Con lei il rapporto continuò anche dopo Non è la Rai ma poi, per i miei impegni e il poco tempo a disposizione per risponderle, il tutto andò scemando. Probabilmente lei ci sarà rimasta anche male ma, per un motivo o per un altro, io non sono riuscita a starle dietro anche perché lei mi chiamava a casa in continuazione e ad un certo punto era diventata un po’ morbosa la situazione.

Ringraziamo e salutiamo Romina che di corsa deve raggiungere il teatro nel quale fra poche ore inizierà lo spettacolo al quale sta lavorando.