Intervista a Margie Ursulet

Margie UrsuletIntervista rilasciata nel 2005.

Incontriamo Margie nel suo studio di Roma, dove con la grazia e la cortesia che la contraddistinguono ci accoglie e ci fa accomodare. Benché siano passati 10 anni dalla sua ultima apparizione televisiva non stentiamo a riconoscerla: la sua bellezza è rimasta intatta se non addirittura aumentata!


Sono passati 10 anni, cos’è successo in questi 10 anni nella tua vita?
Tantissimo! Nel senso che ho fatto tanti tanti lavori. Ho fatto l’insegnante di francese nelle scuole private ed è stato un bellissimo lavoro devo dire. L’unica cosa è che non riuscivo a camparci, nel senso che dovevo lavorare più di 8 ore al giorno per avere uno stipendio decente. Poi ho provato a fare la cantante, che è la cosa che più mi piaceva nell’ambito dello spettacolo. Ho lavorato nei pianobar e quindi mi sono messa a studiare canto in tutte le sue sfumature. Ma anche qui non ci campavo, si vede che non ero poi questa brava cantante… ho lavorato, ma guadagnavo pochissimo e poi le serate non erano mai nel Lazio ma sempre lontano e quindi era molto scomodo. Peccato perché fra tutte le cose che ho fatto è quella che mi piaceva di più. Poi ho fatto per anni la barista in un locale notturno qua a Roma e questo è stato il lavoro più pesante che abbia mai fatto in vita mia. Poi per due, tre anni ho fatto l’agente di commercio per una compagnia telefonica che vendeva prodotti per le aziende, connessioni internet ad alta velocità e cose del genere. Anche qui son dovuta tornare a scuola per entrare in possesso dei titoli che ti consentono di iscriverti al ruolo di agente rappresentante. Questo è stato un lavoro molto “serio” perché ero a contatto con dirigenti di aziende, gente di un certo tipo per cui ho dovuto tirar fuori la parte più seria di me. Dopodiché ho provato a fare la traduttrice però anche in questo lavoro si guadagna poco. In tutto questo mi sono accorta di avere una certa dimestichezza nel disegno ed è stato sorprendente perché non sapevo di saper disegnare. Sfruttando questa capacità ora sto facendo una cosa che mi piace molto e cioè frequento un’accademia di moda e costume qui a Roma per diventare stilista. Lo scorso 15 luglio, fra l’altro, c’è stata una sfilata molto importante all’auditorium alla quale ho partecipato con 2 dei miei modelli, disegnati, creati ma anche proprio materialmente cuciti da me. E quindi ora sto investendo tutte le mie forze in questo progetto ed è fantastico, sono veramente contenta di aver scoperto questa passione!

Nel frattempo nella tua vita sentimentale cos’è successo? Ti sei sposata?
No, sono fidanzata con un ragazzo da 4 anni ed è un rapporto molto serio. Nel matrimonio non ci credo molto per cui non la vedo una cosa utile… per ora! Poi magari più in là… Chissà!



Torniamo a “Non è la Rai”. Avendo tu partecipato fin dalla prima edizione, non potevi conoscere quale sarebbe poi stato il potenziale della trasmissione. Tu andasti a fare il provino cosciente di andare a fare cosa?
All’epoca abitavo in provincia di Cremona e venni a Roma per cercare di far qualcosa nel campo dello spettacolo, qualsiasi cosa che mi consentisse di lavorare e, perché no, di diventare famosa… è il sogno un po’ di tutte le ragazze, no? Non ero particolarmente dotata in niente, non sapevo fare niente, non sapevo ballare o cantare bene…. Sì, sapevo sfilare, avevo già fatto qualche sfilata ma niente di che. E quindi mi affidai ad un’agenzia che mi fissava vari provini… provini per film, per la tv, per qualsiasi cosa. E a questo mi presero. Non si sapeva esattamente cosa si stesse andando a fare, ma mi presero.

Come ricordi il tuo provino?
Non mi fecero fare nulla di particolare. Ricordo che mi dissero che ero bellissima ma quando rivelai loro la mia età mi risposero: “Peccato, sei troppo grande! Te la senti di mentire sui tuoi anni? Di dire che sei un po’ più piccola?” E io chiaramente accettai.

E quanti anni ti hanno tolto?
Mi fecero dire di averne 24 (per tutte e tre le edizioni), mentre ne avevo 27 alla prima e quindi 30 all’ultima… ora ne ho 42. Mi ero ripromessa di non dirlo che ho 42 anni, ma poi vabbè, chi se ne importa?

Margie Ursulet Anche perché te li porti benissimo, te ne avrei dati molti molti meno! Complimenti davvero! E il clima invece a “Non è la Rai” com’era? Eravate davvero tutte così amiche come ci volevate far credere?
Assolutamente no! Per me poi è stato ancora più difficile perché essendo francese ed avendo vissuto per qualche tempo nel Nord d’Italia, non sempre capivo il romano delle altre, i loro accenti, le loro cadenze… c’erano proprio dei problemi di comunicazione all’inizio! Aggiungici che ero di cultura francese, quindi avevo diverse reazioni, diversi valori, capirai che mi sentivo davvero un pesce fuor d’acqua! E ricordo che ho sofferto molto per tutta l’aggressività di queste ragazze sgomitanti, con tutta questa voglia di arrivare a qualsiasi costo… non sai quanti dispetti si facevano fra di loro… io ero sconvolta per queste cose qui… ero sempre nel mio angolo, un po’ da sola… ho legato pochissimo a “Non è la Rai”.

A tal proposito, il tormentone della prima edizione è stato: “Ma Yvonne e Antonella Elia si odiavano davvero oppure era una cosa costruita a tavolino?”. Tu che c’eri, cosa ci puoi dire?
Beh, “odio” è una parola un po’ forte ma penso che ci fosse attrito veramente fra di loro perché avevano due caratteri completamente diversi. Non era una montatura, non legavano proprio. Nelle pause per esempio non le vedevi mai insieme.

Quindi come mi dicevi, non hai stretto grandissimi rapporti a “Non è la Rai”…
No, infatti. Amicizie in senso stretto no ma c’erano alcune ragazze che per la loro indole, per il loro carattere, il loro modo di fare, mi piacevano più di altre. Una di queste era Miriana: mi piaceva moltissimo la sua semplicità, la sentivo molto simile a me. Poi per forza di cose leghi con qualcuna piuttosto che con qualcun’altra. Io ho qualche difficoltà con i nomi ma un’altra ragazza che mi piaceva molto, anche lei per la sua semplicità, era una ragazza capellona il cui cognome era Bernardini…

… Debora!
Sì bravo! Anche lei molto semplice, dolce non era aggressiva come tante altre.

L’immagine che davi te, o almeno quella che noi abbiamo colto, è quella di una ragazza molto discreta, pacata, sicuramente non una delle più in vista ma tutto sommato non infastidita da questa situazione…
Beh, tieni presente che io avevo già la mia età, quindi il mio caratterino e la mia personalità ben delineati per cui tante cose non le volevo fare. Cantare con la voce di altre coriste era una di queste. Mi rifiutavo categoricamente. D’altro canto, quando mi veniva proposto di provare a cantare con la mia voce non ci riuscivo, mi facevo cogliere dall’emozione e non avevo voce… mentre magari sotto la doccia avevo un vocione da soprano! Ma facevo anche di peggio: contrariamente a quella che era la tendenza lì dentro, io cercavo di sfuggire all’occhio della telecamera, cercavo di non farmi riprendere… ero un po’ in imbarazzo…

E questo tuo distacco, da cosa era dettato? Dal tuo carattere, dalla consapevolezza che magari, una volta finita l’esperienza in quel programma, il tuo futuro sarebbe stato sicuramente altrove, lontana da telecamere e microfoni…
Ho capito lì che lo spettacolo proprio non era il mio mondo. Certo, mi sarebbe piaciuto diventar famosa, ma mi sono accorta di non avere abbastanza tenacia, abbastanza rabbia dentro… bisogna essere anche un po’ cattivelli per arrivare e io non sono così. Ciò non toglie che “Non è la Rai” sia stata per me un’esperienza costruttiva!

Quindi immagino, visto questo tuo distacco, che non ci sia niente di cui tu ti sia pentita una volta finita l’esperienza…
Beh una volta finito “Non è la Rai” ci sono rimasta male perché ho avuto parecchie difficoltà nel trovare un lavoro che non fosse connesso al mondo dello spettacolo. Mi ero accorta di non avere le qualità per continuare a restare in questo mondo e non è stato facile ricominciare tutto da zero. Anche perché dopo tre anni in cui comunque guadagni bene ti abitui anche a condurre un certo tenore di vita e non è facile ritrovarsi tutto ad un tratto a far fatica ad arrivare a fine mese.

Guadagnavate bene?
Beh sì! Già il fatto che avevi comunque un’entrata sicura era sinonimo di una certa sicurezza. Poi c’erano le serate che erano un modo molto interessante per “arrotondare”! Adesso non ti so dire esattamente quanto ci fruttavano le serate, ma di certo non poco per l’epoca! Questo non vuol dire che facevamo vite da nababbi, ma qualche capriccio ogni tanto ce lo potevamo anche togliere!

Tu hai partecipato dalla prima alla terza edizione, nella quarta non c’eri… è stata una tua scelta o sono stati loro a non riconfermarti?
No, sono stati loro a scartarmi! Tieni presente che si voleva abbassare l’età media delle ragazze e io avevo trent’anni. Ride.

Continuavi a seguire il programma dopo essere andata via?
No. Ero da un lato troppo occupata a cercare un lavoro per mantenermi e dall’altro arrabbiata nel vedere queste ragazze per le quali la festa continuava e per me no. Come vedere gente che si diverte su una giostra ma tu non ci puoi salire.

E se ti chiedessi la ragazza più bella di “Non è la Rai”?
Per me Miriana senza dubbio.

E invece la più brava?
Miriana era brava, ma mi piaceva molto Francesca Pettinelli perché era molto estrosa e mi piaceva il suo modo di ballare, era uno spettacolo vederla ballare, una poesia! Anche Miriana ballava bene, ma Francesca aveva qualcosa in più. Beh poi Ambra anche mica scherzava! Aveva un bel caratterino, era divertente!

E invece se ti chiedessi una ragazza che è stata un po’ sopravvalutata? Magari una messa in luce e non meritava poi così tanto di esserlo…
Me ne vengono in mente parecchie ma non ti farò mai i nomi!

E continui a seguire le carriere di qualcuna di loro?
Beh senza volerlo, facendo zapping in tv, vedi Alessia Merz, Laura Freddi… lei non mi dispiace, si è ben evoluta, secondo me sta facendo una bellissima carriera, mi piace come si è “incanalata” nell’ambiente.

Quindi le segui con piacere, sei contenta per loro…
Come no, sono felicissima! Mi dispiace per Antonella Elia, non sta facendo un granché… non la si vede più… mi dispiace un po’… sì, per lei mi dispiace!

Grazie Margie, sei stata gentilissima! Chiudiamo l’intervista semplicemente chiedendoti quali sono i tuoi progetti per il futuro.
Spero di diventare stilista, di aprire uno studio stilistico e di lavorare nella moda.