Intervista a Tiziana Sensi

Tiziana SensiIntervista rilasciata nel 2008.

Tiziana, sono passati ben 15 anni dalla fine della tua esperienza a Non è la Rai. Chiederti di fare un riassunto di cosa è successo in tutto questo tempo sarebbe chiedere troppo. Per sommi capi quali sono state le tappe importanti da quando hai lasciato il programma ad oggi?
Giovanissima sono partita dalla mia città natale, Viterbo, per inseguire un sogno, “diventare attrice”. Dopo aver lasciato il programma, ho cercato di realizzarlo. Televisione, cinema e teatro. Due spettacoli per tutti: “Come cucinarsi il marito” con Bebo Storti e Lucia Vasini (due importanti attori del panorama teatrale italiano, che vengono dal gruppo del Derby di Milano), da cui ho imparato molto… una commedia divertentissima. L’altro, che ho terminato a Maggio 2008, dopo due anni di continuo viaggiare per tutta Italia, “Otto donne e un mistero” con Sandra Milo (sostituita poi da Elsa Martinelli), Nadia Rinaldi, (sostituita in seguito da Mimma Lovoi), Eva Robin’s, Corinne Clery, per la regia di Claudio Insegno. In questa pièce interpretavo Louise, ruolo che nel film era stato affidato ad Emannuelle Beart. La lista potrebbe essere lunga, ma non voglio tediarvi. Da otto anni, mi dedico attivamente alla disabilità, grazie al teatro. Nel 2004 ho lavorato, per quattro mesi, insieme a Lucia Vasini , al teatro di Piacenza, teatro Gioco Vita, con trenta malati psichici, alcuni molto gravi, e lì abbiamo realizzato uno spettacolo con questi attori speciali. A Roma dal 2006, dopo un lungo lavoro di ricerca individuale con un mio amico non vedente, ho aperto un laboratorio integrato tra disabilità visiva e normodotati, quest’anno ho anche un ragazzo down, di cui sono particolarmente orgogliosa. Poi la televisione, “Un posto al sole” in cui interpretavo Cristina Morraca, un ruolo bello, una camorrista che alla fine si redime. Per Raidue “Sospetti” con la regia del grande Luigi Perelli, “Incantesimo 4” per Raiuno, quando ancora andava in prima serata, “L’impero” per Canale 5, insomma tante cose. E’ appena andato in onda “I Liceali” su Canale 5 e poi…cortometraggi, cinema. Insomma la carriera è andata avanti, faticosamente perché, questo è un lavoro difficile, duro; soprattutto se non punti alla popolarità veloce…

…e questo è sicuramente confermato dalla tua scelta di lavorare soprattutto nel teatro dove si sa per raccogliere buoni frutti bisogna lavorare sodo…
… provini, prove, debutti, città, alberghi… per mesi lontano dagli affetti… Ma il contatto con il pubblico ti ripaga di tutta la fatica… Quando finisce lo spettacolo, quell’applauso…E’ difficile spiegare quell’emozione. Purtroppo però, non sempre puoi scegliere…

Chi è Tiziana oggi?
Una donna di 37 anni, una persona normale, semplice ed ermetica, con tanti difetti. Credo molto nella famiglia ed ho un rapporto speciale con i miei genitori e mio fratello. Ho pochi amici, me li sono scelti, ormai sono una seconda famiglia. Quando non conosco le persone, mi chiudo e per questo spesso sono giudicata arrogante e presuntuosa. La mia timidezza a volte è fraintesa. Diciamo che… negli ultimi cinque anni sono cambiata molto.

Il grande pubblico della tv ha avuto più volte modo di vederti in ruoli da cattiva seduttrice, ti piacerebbe per una volta interpretare una buona mielosa o preferisci i ruoli da perfida femme fatale?
I ruoli da cattiva, i personaggi ambigui, sono quelli più interessanti ed anche i più difficili, ma non nego che mi piacerebbe interpretare personaggi più vicini alla mia natura. Talvolta l’immagine può tradire un’attrice. Devo confessare che ho interpretato personaggi che mi hanno divertita molto. Però, non tutti avevano queste caratteristiche negative, perché ad esempio in “Sospetti” Adriana era una donna bella, intelligente, una donna in carriera, così come in “Incantesimo”: Camilla non era cattiva, era semplicemente una donna ricca, viziata, che ha cercato in tutti i modi, talvolta scorretti, di non perdere l’uomo che amava. Un personaggio ambiguo e sopra le righe, era quello di Blanche in “Encantado”, un film che non ha riscosso un grande successo, il mio collega era Kaspar Capparoni. In teatro, a parte “Otto donne e un mistero” in cui interpretavo questa cameriera sexy e ambigua, ho sempre avuto ruoli da protagonista.



Hai fatto tv, fiction, cinema ma sappiamo che il tuo grande amore è il teatro. Sei reduce da una brillante tournée con “Otto donne e un mistero” ma soprattutto è degno di nota il tuo impegno teatrale con le persone disabili e il tuo spettacolo “Un salto nel buio” di cui tu sei autrice e regista. Ce ne vuoi parlare?
Autrice è una parola grossa, in “Un salto nel buio” la cosa di cui io sono artefice è l’idea, “l’handicap del sano”, ovvero il pubblico diventa protagonista, perché rappresenta colui che ha la grande disabilità: l’inconsapevolezza, la non conoscenza, la paura della diversità. In realtà lo spettacolo per la maggior parte è scritto dai ragazzi, coordinato da me, con un grande lavoro di improvvisazione, fatta eccezione per alcune piccole citazioni, scritte dai grandi autori contemporanei. Quindi diciamo, che è: mio il laboratorio, l’idea e la regia, tutta la parte della scrittura è un'opera creativa corale, nata con i ragazzi del laboratorio ed i miei collaboratori. Lavoro con 18 ragazzi tra vedenti e non vedenti. Tra l’altro, il 29 luglio prossimo, lo spettacolo debutterà al teatro Comunale di Fiuggi all’interno del “FiuggiFamilyFestival”, il direttore artistico è Pupi Avati, ed è l’unico evento collaterale all’interno della rassegna cinematografica.

Proverai quindi delle emozioni fortissime nel recitare con questi ragazzi che non sono attori professionisti ma magari riescono ad esprimere, un qualcosa che va oltre la mera recitazione?
Io non recito in questo spettacolo, ci sono altri attori professionisti in scena, ho preferito stare dietro le quinte, non si può fare tutto, se si vuole fare bene qualcosa. La mia concentrazione è solo sulla riuscita dello spettacolo. Il teatro nasce con una funzione catartica, è proprio per questo motivo che è nato in Grecia, no? Con questo progetto di integrazione della disabilità nel mondo dell’arte, mi sento una persona profondamente realizzata, perché stare con i miei ragazzi è la cosa più bella che mi poteva capitare nella vita e loro mi hanno insegnato a vivere.

Dal punto di vista sentimentale invece?
In questo momento ho una bella storia, anche se non amo parlare della mia vita privata. Vivo la vita giorno dopo giorno, mi piace di più, ho la sensazione di vivere meglio. Perché a volte, siamo troppo ancorati al passato, o troppo proiettati al futuro e finiamo per perdere “il bello dell’istante”. Da qualche anno ho deciso di vivere così… Soprattutto quando ci innamoriamo, guardiamo così tanto al futuro che perdiamo di vista la persona che ci sta accanto.

Tiziana Sensi
Come sei arrivata a “Non è la Rai”? E che ricordo conservi della trasmissione? 
Io non sono stata molto nel programma, per la precisione da settembre a dicembre. Sono arrivata con un semplice provino. Ricordo che eravamo tantissime, dopo due incontri sono stata convocata da Mediaset, allora Fininvest e lì c’era Gianni Boncompagni. Cercava una ragazza sveglia e spigliata, ed io ero così. Nessun auricolare, andavo a braccio con il pubblico che chiamava. Studiavo ogni giorno, imparavo a memoria le cose che dovevo dire, sullo sponsor Bilba di Cadey: leggevo pochissimo il gobbo, giusto per prendere alcuni punti di riferimento, il resto era tutta improvvisazione e memoria. Comunque, ho lavorato sodo per fare bene. Si vedeva? Le persone mi scrivevano o mi fermavano e mi riempivano di complimenti; dicevano che ero una macchinetta di parole, che ero frizzante, allegra e solare. Queste caratteristiche erano apprezzate. A 21 anni non era così scontato essere spigliate di fronte alla telecamera, rimanendo se stessi.

Poi però decidesti di non continuare. Quale fu il motivo? Il tuo contratto prevedeva una breve permanenza o decidesti che l’esperienza poteva concludersi lì?
Io avevo un contratto diverso dalle altre ragazze, era un contratto da co-conduttrice al fianco di Paolo Bonolis e scadeva a dicembre. La storia sarebbe un po’ lunga…Nonostante sia stata una bellissima esperienza, che rifarei, non rinnego niente della mia vita passata, la mia grande passione rimaneva comunque la recitazione… Infatti poi, a gennaio iniziai subito le prove di uno spettacolo teatrale.

Quindi non lo vedevi un ruolo adatto a te e volevi inseguire il tuo vero sogno, le tue aspirazioni?
A me condurre piaceva e mi piace ancora, non amavo i momenti morti, mi sarebbe piaciuta una continuazione, avere uno spazio mio, anche solo di cinque minuti a puntata. Invece, una volta finito il gioco-sponsor Bilba di Cadey mi ritrovavo ad essere una delle tante ragazze di Non è la Rai, ed io non avevo fatto il provino per cantare, ballare o peggio ancora stare seduta su una sedia a non far niente... Non fraintendetemi: per carità, non voglio offendere nessuno, le ragazze erano tutte deliziose e carinissime (benché non abbia avuto modo di approfondire la conoscenza con nessuna di loro, visto il poco tempo di permanenza), però a me non andava di stare lì seduta, senza fare niente, perché comunque, io avevo terminato la scuola di teatro, stavo facendo molti sacrifici, avevo già fatto alcuni spettacoli teatrali, ero stata presa per fare una co-conduzione, mi annoiavo, nonostante fossi ben pagata.

A maggior ragione quindi la tua fu una scelta coraggiosa quella di lasciare…
Esatto… da uno stipendio mensile alto, sono tornata in teatro a prendere pochi spiccioli.

E negli anni Tiziana non ha mai avuto qualche rimpianto? Come ad esempio quello di aver lasciato Non è la Rai che di lì a poco sarebbe diventato un fenomeno di costume?
Nella mia vita professionale in tutta sincerità non ho rimpianti, potrebbe essercene qualcuno nella mia vita privata, ma quella è un’altra storia. Fondamentalmente non sono una persona che vive di rimpianti, qualunque scelta fai, giusta o sbagliata che sia, l’hai fatta e quindi non devi rimpiangerla. Non è la Rai è stata un’esperienza bellissima, mi ha fatto capire quanto amavo questo lavoro, il contatto con il pubblico, mi piaceva la conduzione, ero a mio agio, quando si accendeva quella luce rossa io ero felice, serena, mi divertivo… Va bene com’è andata, anche perché, in seguito le cose sono cambiate, e non credo che ci sarebbe stato un posto ben articolato per me. Io sono una che ama stare sul palcoscenico, non posso essere spettatrice di qualcosa che voglio fare. Poi chissà, se fossi rimasta che cosa sarebbe accaduto? La storia non si fa con i “se” o con i “ma”...

A questo punto evitiamo di chiederti chi era la ragazza più brava di Non è la Rai, perché ci hai già risposto, non avendo tu approfondito la conoscenza con nessuna di loro…
Non l’ho conosciuta, ma rispondo: Ambra. I risultati si sono visti.

Allora ti chiediamo, a distanza di anni e alla luce delle carriere fatte, chi è che apprezzi di più tra le tue ex compagne di un breve viaggio?
Ancora Ambra, mi piace il suo modo di fare, pungente, sarcastica, simpatica e professionale.

Suona il telefono in questo momento ed è Boncompagni che ti vuole per una nuova edizione di Non è la Rai. Che cosa gli risponderesti?
Parliamone! Sono fatalista… Dopo valuterei se sono all’altezza della richiesta.

E se invece suonasse il telefono e ti proponessero di fare un reality cosa risponderesti?
Non lo so…Dipende molto in quale momento, psicologico, economico o professionale, arriva la proposta. Dipende dal reality…Il reality è un’arma a doppio taglio per un attore… ed il più delle volte non ne esci bene.

C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi fan e ai visitatori del nostro sito?
Grazie per l’affetto che, continuate a dimostrare, dopo tanti anni. Grazie per avermi cercata. E’ per le persone come voi che ha senso continuare a fare questo mestiere. Claudio Coreno (ex figurante di Bulli e pupe e Primadonna, spin off di Non è la Rai) che è diventato mio amico, mi aveva detto che alcuni dei ragazzi del sito pensavano che fossi una persona snob ed arrogante… Mi davano un’età che non era la mia, io non sapevo neanche che esisteva questo “vostro mondo”… Spero di essermi un po’ raccontata ed attraverso le mie parole, ognuno si possa formare un pensiero per quello che sono realmente, nel bene o nel male. Spero di conoscervi presto. V’invito a teatro, venite a trovarmi in camerino, se m’incontate per strada presentatevi, per me sarà un piacere. A tutti voi un fortissimo abbraccio, spero che non ci perdiamo più, ma che il mondo dell’arte e della cultura ci possa fare incontrare ancora.